EXPO ‘Selected stories’ – OHMYBLUE!, Venezia (IT) – 10 Dec.2016-10 Janv. 2017
at OHMYBLUE è lieto di inaugurare « Selected Stories », una mostra collettiva di maestri del gioiello contemporaneo italiani.
Opening: Saturday 10 December 2016, 6:30 – 8:30 pm
I partecipanti sono: Susanna Baldacci — Corrado De Meo — Maria Rosa Franzin — Gigi Mariani – Barbara Paganin — Yoko Takirai e Pietro Pellitteri — Sergio e Stefano Spivach — Babette von Dohnanyi – Gabi Veit — Caterina Zanca
The exhibition Selected Stories at OHMYBLUE focuses on the relationship between bodies of work created in the last years by some of the most relevant Italian contemporary jewelry artists.
This exhibition invites the viewer to experience the different languages that these authors speak, having the chance to witness to a web of interlocking formal decisions and identities.
Every piece of jewelry is an image, a tangible object that one can pick up, put down, look from a distance, caress. Even read. Because these objects and their beauty, their shapes, their strangeness, they tell a story that accompanies us and which we want to possess, participating in the construction of significance by appropriating whatever fragment it feels dear to us.
These pieces of jewelry are lonely architectures, spaces that become ourselves and where we can feel at home, strangely.
This exhibition invites the viewer to experience the different languages that these authors speak, having the chance to witness to a web of interlocking formal decisions and identities.
Every piece of jewelry is an image, a tangible object that one can pick up, put down, look from a distance, caress. Even read. Because these objects and their beauty, their shapes, their strangeness, they tell a story that accompanies us and which we want to possess, participating in the construction of significance by appropriating whatever fragment it feels dear to us.
These pieces of jewelry are lonely architectures, spaces that become ourselves and where we can feel at home, strangely.
Barbara Paganin - Rami blu, brooch –
“Da sempre i vegetali mi affascinano così come l’unicità dell’essere umano. Siamo tutti simili, ma nessuno è uguale all’altro [...] In particolare mi affascinano i cavolfiori nella loro varietà: cavolo rosso, cavolo verza, cavolo rapa, broccoli, cavolfiori, il cavolo romano [...] In forma di foglia, i rilievi e le venature rimandano immediatamente al nostro sistema venoso e linfatico. In forma di fiore, c’è un diretto riferimento all’albero. Del calco mi interessa l’impronta, l’impronta che identifica, segno quindi unico e identificabile”.
“Da sempre i vegetali mi affascinano così come l’unicità dell’essere umano. Siamo tutti simili, ma nessuno è uguale all’altro [...] In particolare mi affascinano i cavolfiori nella loro varietà: cavolo rosso, cavolo verza, cavolo rapa, broccoli, cavolfiori, il cavolo romano [...] In forma di foglia, i rilievi e le venature rimandano immediatamente al nostro sistema venoso e linfatico. In forma di fiore, c’è un diretto riferimento all’albero. Del calco mi interessa l’impronta, l’impronta che identifica, segno quindi unico e identificabile”.
BARBARA PAGANIN brooch – detail
Caterina Zanca – detail of a brooch
« Tutto nasce dal disegno, dal dare senso ad un colore, ad un segno per creare forme che diventano oggetti indossabili, gioielli espressioni della mia emozione: questa è la mia ricerca. Amo le forme pulite, le architetture contemporanee, ricerco pulizia formale, l’armonia fra gli spazi, la luce, i volumi, mentre creo strutture che dialogano con il corpo, perché un gioiello deve essere prima di tutto un oggetto indossabile. Cerco il colore nei suoi contrasti, ma specialmente nella sua matericità che diviene elemento fondamentale di dettaglio. La preziosità del gioiello non sta più nel materiale, ma nell’idea e nel messaggio che questo trasmette. »
CATERINA ZANCA detail of a brooch
Gigi Mariani, Find#2, brooch
« Negli anni ho coltivato la passione per la pittura, informale segnica, materica, dove il colore o un segno rappresentano un’emozione o particolare stato d’animo. Ecco, cercavo qualcosa di analogo anche in oreficeria e l’ho trovato utilizzando le tecniche del Niello, la Granulazione o le ossidazioni in modo pittorico, informale. Un utilizzo che cambia l’aspetto dei gioielli e li rende unici. »
Gigi Mariani, brooch detail
Maria Rosa Franzin – detail of a brooch
Maria Rosa Franzin - detailof a necklace
Corrado de Meo - brooch
»Nei miei gioielli voglio proiettare anche la mia consapevolezza del loro processo di attuazione, cristallizzando le fasi della trasformazione della materia di cui sono fatti per evidenziare uno dei passaggi del loro divenire e scoprire l’armonia e l’equilibrio presenti in ogni fase in cui la materia, misteriosamente, prende forma seguendo quelle leggi che ne regolano la sua struttura, partecipe della realtà di tutte le cose del mondo che sono in costante e continua trasformazione. Osservando poi, una forma colorata, non provo solamente una emozione visiva perché il colore appartiene prima al dominio dell’inconscio e successivamente a quello della ragione e, nel prendere forma esprimendo le sue sonorità, diventa una percezione globale capace di comunicare alla nostra intera essenza. »
»Nei miei gioielli voglio proiettare anche la mia consapevolezza del loro processo di attuazione, cristallizzando le fasi della trasformazione della materia di cui sono fatti per evidenziare uno dei passaggi del loro divenire e scoprire l’armonia e l’equilibrio presenti in ogni fase in cui la materia, misteriosamente, prende forma seguendo quelle leggi che ne regolano la sua struttura, partecipe della realtà di tutte le cose del mondo che sono in costante e continua trasformazione. Osservando poi, una forma colorata, non provo solamente una emozione visiva perché il colore appartiene prima al dominio dell’inconscio e successivamente a quello della ragione e, nel prendere forma esprimendo le sue sonorità, diventa una percezione globale capace di comunicare alla nostra intera essenza. »
Corrado De Meo, A red shows its relations, brooch
« Credo che un gioiello debba essere innanzitutto un qualcosa che ti porta altrove, un po’ come un viaggio improvviso, qualcosa che ti alleggerisce e ti sbalordisce allo stesso tempo. Con una forma che ti porta felicemente da un’altra parte rispetto a dove eri sicuro di andare o che ti allieta con un’ironia inaspettata.
Amo i vuoti che danno spazio al pensiero, che ti accolgono, i contrasti cromatici e delle forme, le superfici materiche, le ombre che si creano e che cambiano a seconda dei punti di vista e della luce.«
Amo i vuoti che danno spazio al pensiero, che ti accolgono, i contrasti cromatici e delle forme, le superfici materiche, le ombre che si creano e che cambiano a seconda dei punti di vista e della luce.«
Susanna Baldacci – detail
Susanna Baldacci, Faretra, brooch
Sergio e Stefano Spivach 2016 – opal ring
« Il segreto della lavorazione dell’opale si basa sulla profonda conoscenza del grezzo, che permette di riconoscerne le qualità e l’impiego più adatto.�Essa è esclusivamente manuale e non potrebbe essere altrimenti, perché ogni grezzo d’opale viene scelto per la propria unicità.�Nelle diverse fasi della lavorazione, ad ogni gesto, ad ogni passaggio viene dedicato il tempo necessario, senza forzature. La cura con cui viene seguito ogni dettaglio è assoluta, così come l’attenzione e la capacità di adattarsi ad ogni grezzo sono un distillato di esperienza e passione. »
YOKO TAKIRAI & PIETRO PELLITTER - minimalism ….. – brooches
« I gioielli di Yoko Takirai e Pietro Pellitteri sono espressione di nuovi concetti di spazio. Una pluralità di percorsi animano i suoi gioielli e celano per questo spesso qualcosa d’inaspettato. Le collane, glie anelli, gli orecchini sia nelle forme tridimensionali che in quelle lineari, esprimono un movimento e un’emozione inattesa finche` non li si indossa. Talvolta enigmatici nelle loro forme, i suoi gioielli si svelano nel momento dell’incontro con il corpo, rivelando una leggerezza, un’eleganza e una sinuosità estremamente femminile. E questo a dispetto anche delle linee geometriche utilizzate in alcune collezioni. La sua ricerca, riesce ad arrivare a delle forme pure e ad armonizzare eleganza e confort. Oggetti finemente elaborati perseguiti grazie ad una dedizione alla ricerca di laboratorio determinata di cui possiede la padronanza tecnica che consente di trasferire una emozione filtrata dai movimenti e le cui forme semplici e pulite rimangono senza nessuna cosa di troppo. Finemente lavorati certamente, questi gioielli, in un sereno tentativo – riuscito – raggiungono uno stato di purezza, si elevano in qualità. »
YOKO TAKIRAI & PIETRO PELLITTERI – bracelet
Gabi Veit – detail
OHMYBLUE
Campo san Toma’, sestiere di San Polo 2865
Venezia, Veneto 30125
Italy
+39 041 243 5741
http://www.ohmyblue.it/
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